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Il Mattone-bond piace agli italiani.

ROMA - Il Mattone-bond piace agli italiani. E' questa la rivelazione della prima operazione di cartolarizzazione degli immobili a opera del ministero dell'Economia che si è chiusa ieri con 'successo' attraverso il collocamento di un prestito obbligazionario in due tranche per 2,3 miliardi di euro.
Questa securitization è destinata a passare alla storia non soltanto perchè unica e apripista in Europa e non solo perchè realizzata nel tempo record - imprevedibile per i più - di due striminziti mesi. La sua portata storica emerge anche nell'inattesa distribuzione geografica dei sottoscrittori dei titoli: il 57,2%, quota altissima e senza precedenti, è stata conquistata infatti dagli italiani.
La vendita di un portafoglio di immobili, residenziali e non, di sette enti previdenziali per un valore di mercato stimato per circa 5 miliardi di euro è stata velocizzata dunque per la prima volta con la tecnica sofisticata della cartolarizzazione: un'operazione innovativa e 'di successo', come ha rimarcato lo stesso ministero dell'Economia in un comunicato diffuso ieri. In attesa della realizzazione delle dismissioni - in gran parte agli inquilini-, questo patrimonio immobiliare è stato ceduto a una società veicolo (battezzata senza slanci di fantasia 'S.C.I.P.') che a sua volta ha collocato obbligazioni le cui cedole e il cui rimborso del capitale sono garantiti dall'effettiva privatizzazione del portafoglio composto da 26mila unità residenziali e 389 edifici di altra destinazione. L'entrata per le casse dello Stato di 2,3 miliardi di euro (pari a circa 4.600 miliardi di lire) avverrà il 21 dicembre, data di pagamento dei bond: le vendite effettive degli immobili, invece, se tutto andrà bene come da copione verranno effettuate nell'arco dei prossimi 12-24 mesi.
Questo ambizioso progetto ha consentito a via XX Settembre di migliorare il rapporto deficit/Pil del 2001: il prossimo venerdì questo prestito obbligazionario permetterà infatti al Tesoro di ridurre i trasferimenti a Enpals, Inail, Inpdap, Inps, Ipost e Ipsema. Dando conseguentemente una boccata d'ossigeno al fabbisogno. Ma questo è solo uno degli obiettivi centrati in tutta fretta da questa inusitata cartolatizzazione. A pochi giorni dalla chiusura dei mercati per le festività natalizie e di fine anno, i quattro arranger-capofila Banca Imi, Caboto-IntesaBci, Deutsche Bank e Lehman Brothers sostengono di essere riusciti a vendere queste maxi-emissioni contenendo i costi per l'Economia. Si tratta di obbligazioni con il massimo rating 'AAA' delle agenzie di rating Moody, S&P e Fitch, con vita attesa di un anno per 1 miliardo di euro (rendimento a 17 punti base sopra l'Euribor trimestrale) e con vita attesa di due anni per 1,3 miliardi di euro (a 22 centesimi di punto percentuale sopra il tasso interbancario a tre mesi): questi due titoli rendono ben più dei BoT o dei CTz con analoga scadenza, ma non sono bond governativi bensì asset-backed securities. Pesano cioè al 100% nei portafogli delle banche, a differenza dei titoli di Stato, e hanno una scadenza flessibile. Se il piano delle dismissioni dovesse essere rispettato alla lettera, allora verranno rimborsati entro 12 e 24 mesi. Altrimenti, la durata legale potrà estendersi fino a quattro anni. Si tratta della prima di una lunga serie di cartolarizzazioni collegate alla privatizzazione del Demanio: il buon esito di questo collocamento sarà decisivo per l'esito dell'intero programma pluriennale da 20 miliardi di euro annunciato dal ministro Giulio Tremonti.
Il ruolo di apripista di questa operazione, però, sarà ancor più premiante per il Sistema Italia se la forte e inusitata domanda raccolta ieri (quasi 4 miliardi di euro contro 2,3 in offerta) proveniente in gran parte dall'Italia verrà confermata anche nelle securitization made-in-Italy nei prossimi anni. La quota della partecipazione degli investitori istituzionali italiani nelle 'Abs' in passato è stata deludente, notoriamente bassa: non oltre il 20 per cento. Un primo segnale positivo è giunto con la cartolarizzazione di Lotto e Superenalotto, venduta per il 44% in Italia. La securitization degli immobili è andata ben oltre: il 57,2% presso fondi mobiliari, gestioni patrimoniali e banche italiane mentre il rimanente 42,8% è stato ripartito tra Francia, Spagna, Benelux e in minima parte Regno Unito. La quota di Francia e Benelux è in crescita in virtù della riforma fiscale per i non-residenti appena varata dal ministero dell'Economia e delle Finanze. Resta da vedere se il forte e insperato interesse degli italiani per questa cartolarizzazione si rivelerà in futuro un fatto puramente congiunturale - collegato a questa enorme liquidità fine 2001 - oppure strutturale con un impatto veramente storico per lo sviluppo della securitization in Italia.

fonte: da : Il Sole 24 Ore

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